Dalla Terra di Dioniso
Dalla Terra di Dioniso
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© Dalla Terra di Dioniso
La nostra filosofia
Il nostro progetto nasce dalla riflessione che la Natura non solo è piú forte dell'uomo, ma che è anche la principale fonte di conoscenza
Era nato da una donna mortale, la principessa tebana Samele, e dal re degli Dei, Zeus.
Egli è la forza rigeneratrice della Natura, è dio dell'estasi, dell'Iniziazione all'aspetto piú istintuale dei Misteri, quella parte di essi che aprono la strada a ciò che per gli uomini appare come “irrazionale” (ma in effetti poderosa manifestazione del Sacro, in quanto questo è per gli uomini incomprensibile, e che solo liberandosi delle sovrastrutture della civilizzazione per loro è possibile intendere).
Appunto, quando l'uomo si riavvicina alla Natura, immediatamente ne coglie il carattere sacro (in particolare nel suo aspetto selvaggio): lo attrae, ma anche ne ha timore. É questo il carattere di Dioniso, che viene percepito come un piacevole compagno, ma anche pericoloso.
Dioniso si presenta accompagnato dalla sua corte di satiri, menadi e baccanti. Il satiro è, appunto, metà umano e metà animale, una capra: perché la capra rappresenta nel simbolismo la lussuria, per cui l'aspetto “animalesco” dell'uomo.
Nei Riti Dionisiaci, accompagnati da pietanze ma anche da grandi quantità di vino, attraverso l'estasi conseguente all'ebbrezza ed alla ritualità selvaggia che liberava dalle sovrastrutture della civilizzazione, si arrivava alla percezione diretta della dimensione sacra della Natura, di cui, appunto, lo stesso Dioniso era espressione.
Da alcune affinità (ed i cenni che ci dà Platone nel “Timeo”) fanno pensare che questo culto misterico potesse essere giunto dall'Africa (vedi la ritualità di alcuni culti africani, come il Voodoo e la religione Yoruba) in Egitto, quindi da qui arrivò in Grecia, e, più tardi giunse a Roma, dove però venne proibito, per i suoi aspetti orgiastici che mal si conciliavano con la severa cultura romana (almeno prima della decadenza).
Tuttavia si perpetuò nel tempo, attraverso le manifestazioni dello Shamanesimo europeo (“Stregheria” in Italia) raggiungendo l'estremo Nord e la Russia, fino a trovare una espressione moderna nella Wicca di ispirazione piú strettamente gardneriana, anche se questa fa piú diretto riferimento al culto lunare (di Diana, o meglio, della di lei figlia Aradia, che insegnò agli uomini la Magia – e la Magia, in ultima analisi, è il punto di incontro della scienza razionale con la dimensione cosmica dell'Uomo e della Natura).
Grande riscopritore del significato del Culto Dionisiaco fu Friedrich Nietzsche, che contrappose il “carattere dionisiaco” al “carattere apollineo”. Il culto di Apollo è simmetrico a quello di Dioniso, anch'esso misterico (“Misteri Eleusini”), ma controllato, mediato dall'intelletto, e correlato alle arti (“Apollo Musagete”: conduttore delle Muse). Il culto di Apollo è molto piú tardo rispetto a quello di Dioniso, ma entrambi gli dei hanno un carattere terribile, in quanto l'acquisizione della Conoscenza passa attraverso la rivelazione diretta all'umano del Sacro, che puó manifestarsi anche in forme distruttive, eventualmente con la follia (la Profetessa, posseduta dal Dio, “parla con parole folli”).
Ogni iniziativa non è fine a sé stessa, ma indirizzata a coinvolgere attivamente chi ne fruisce, in modo da rendere consapevole il partecipante del processo stesso.
Questo non implica la necessità di rifiutare in toto la tecnica, ma la sua adozione critica, comprendendo quando essa è utile e necessaria, e quando essa è superflua e dannosa: in particolare quando diviene schiavizzante.
Prometeo portò la tecnica agli uomini, ma avendo ben chiare le sue possibilità ed i suoi limiti.
La conoscenza della Natura e delle sue leggi, anche nei suoi aspetti che potremo definire “spirituali”, apre la via all'uso consapevole della tecnica, che è uno degli aspetti più critici della nostra era postmoderna.
Le nostre conferenze e cicli di lezioni (presenziali od a distanza) ed altre attività culturali si ispirano ai medesimi principi.
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